Dal MiTe alla Soft Power Conference, i passi verso il cambiamento
Oggi la transizione ecologica è uno dei temi più trattati, oggetto di dibattito politico e di grandi progetti europei e mondiali. Prima di tutto, per “transizione ecologica” si intende il passaggio che avviene tra un sistema di produzione intensivo ad un modello che fonda le sue basi su principi come la sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso l’economia circolare.
Nel sistema produttivo attuale, infatti, non vi è alcuna sostenibilità in termini di impiego delle risorse e loro risparmio, situazione che attualmente non tutela il pianeta in cui viviamo.
Per questo motivo, il 26 febbraio 2021 è nato il MiTE (Ministero della Transazione Ecologica) che si occupa delle risorse che garantiranno una tutela del territorio, del mare e delle politiche energetiche. L’obiettivo del Ministero è quello di progettare il passaggio ad uno stile di vita ecosostenibile (e anche più economico), contrastando efficacemente l’attuale crisi climatica.
In più, tale passaggio aiuterà a ridurre la dipendenza energetica dai paesi esteri e dalle fossili, e di contenere - e riequilibrare - i dislivelli sociali emersi ancor più in periodo di pandemia mondiale.
Le strategie per il cambiamento: i punti chiave
Per poter aderire al nuovo modello di economia circolare, il MiTE ha identificato 5 punti cardine che, applicati e sviluppati con rigore, possono accompagnare l’Italia verso un’efficace transizione ecologica.
1. Transizione energetica basata sulle rinnovabili
È previsto un intervento a favore della transizione energetica, fondamentale per ridurre il consumo di fonti fossili e l’emissione quotidiana di CO2. L’Unione Europea si impegnerà dunque ad abbassare, per poi azzerare, le proprie emissioni inquinanti entro il 2050.
2. Agricoltura ed economia circolare
Saranno introdotte misure migliorative anche nel settore agricolo, per cui serviranno investimenti al fine di approdare ad un modello agroecologico. Saranno ridotte le emissioni di CO2 diminuendo il numero degli animali allevati e i pesticidi dannosi, favorendo così un’agricoltura biologica. In più, il programma include una prevenzione nella produzione dei rifiuti per attuare un’economia circolare e di recupero scarti.
3. Mobilità a zero emissioni
Attualmente, la maggior parte delle emissioni di anidride carbonica è rilasciata dal settore dei trasporti: l’obiettivo è una mobilità sostenibile, con agevolazioni e incentivi al fine di aumentare in maniera sostanziale, entro il 2030, la circolazione di veicoli elettrici.
4. Una regolazione più restrittiva per le trivelle
Prevede la riduzione di perforazioni di nuovi giacimenti di combustibile fossile, che da tempo ormai hanno impatti negativi sul territorio. Lo scopo è incentivare una riconversione energetica e un maggiore ricorso alla propulsione elettrica dei mezzi di trasporto.
5. Tutela della biodiversità
L’esigenza di preservare l’integrità degli ecosistemi è ormai un dovere morale: l’intento è tradurre tale esigenza in azioni concrete di salvaguardia della biodiversità marina e del patrimonio boschivo.
La Soft Power Conference e il messaggio di Draghi
Si è svolta il 30 e il 31 agosto, a Venezia, la seconda Soft Power Conference, l’incontro organizzato dal Soft Power Club. Si tratta di un’associazione internazionale che pone al centro dell’attenzione temi relativi alla transizione ambientale e al ruolo che giocano scienza e ricerca nella protezione della salute e della cultura, soprattutto nel periodo post pandemico.
Qualche giorno prima è stato Mario Draghi ad inviare il suo breve, ma impattante, intervento per la Soft Power Conference:
“Sono particolarmente felice che l'evento si svolga a Venezia: poche città al mondo sono tanto ricche di cultura come lo è Venezia, e allo stesso tempo così vulnerabili.
Nel luglio scorso, il nostro Governo ha deciso di limitare severamente l'accesso delle grandi navi da crociera nella Laguna veneziana. Vogliamo promuovere un paradigma di sempre maggiore sostenibilità per la nostra industria turistica e siamo pronti a sostenere cittadini e imprese in questa impegnativa e costosa transizione."
E ancora:
"Crediamo che questa decisione possa servire da modello per altri governi, nel loro impegno a promuovere una maggiore consapevolezza ambientale e a proteggere il patrimonio culturale. Non credo ci sia modo migliore per esercitare il nostro soft power".
Essenziale per il percorso di transizione ecologica ed energetica è la competenza e la professionalità di figure altamente qualificate che possano concretamente sostenere interventi, programmi e piani d’azione di un governo votato al cambiamento.
Fonti rinnovabili: altri 77 milioni di posti di lavoro
Un altro aspetto decisamente positivo è stato sottolineato dall’Università Tecnologica finlandese di Lappeenranta, che ha stimato enormi possibilità in termini di occupazione qualora si passasse completamente alle fonti rinnovabili entro il 2050.
L’abbandono graduale dei combustibili fossili, infatti, aumenterebbe in maniera esponenziale i posti di lavoro nel settore energetico, passando dai 57 milioni del 2020 ai 134 milioni nel 2050.
Il settore di traino sarebbe il fotovoltaico, (che singolarmente sarebbe in grado di produrre ben 60 milioni di posti di lavoro entro 30 anni, costituendo il 45% del totale settore energetico) e l’eolico.
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